Il Vittoriano è oggi in festa. Detto anche Altare della Patria è un luogo simbolo della Festa della Liberazione che si celebra il 25 Aprile. Data per commemorare la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, la fine dell’occupazione nazista e la definitiva caduta del regime fascista. In questa occasione il Presidente della Repubblica depone all’Altare della Patria una corona d’alloro ai piedi del Milite Ignoto. Fin dalla sua inaugurazione il Vittoriano fu teatro di importanti momenti celebrativi. Questo ha accentuato il suo ruolo di simbolo dell’identità nazionale italiana.tanto che celebrazioni più importanti che hanno luogo al Vittoriano. Qui si svolgono annualmente in occasione dell’Anniversario della liberazione d’Italia (25 aprile), della Festa della Repubblica Italiana (2 giugno) e della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate (4 novembre).
Il complesso monumentale del Vittoriano ha sul lato destro il Campidoglio sede del Comune di Roma e sul retro il foro romano. Il monumento è costruito proprio nel cuore della città. Il Vittoriano nasce per celebrare l’Unità Italiana e viene ideato come un vasto e moderno foro aperto ai cittadini. Doveva rappresentare una sorta di piazza sopraelevata nel centro di Roma, organizzata su tre livelli collegati da gradinate e con grandi spazi riservati al passeggio. Inoltre il monumento, che nel suo insieme rappresenta la Patria, ai suoi estremi ha due grandi due grandi fontane che sono l’allegoria del Mar Tirreno e del Mar Adriatico che simboleggiano i confini dell’Italia nel mare.
L’inaugurazione avviene davanti a un’immensa folla il 4 giugno 1911. Una data scelta per collegarsi alle celebrazioni del 50º anniversario dell’Unità d’Italia, realizzata da re Vittorio Emanuele III. La sua costruzione è stata molto complicata e lunga ed ha avuto una serie infinita di ritardi e problemi.
Le difficoltà della costruzione
Pensa solo che l’apertura ufficiale del cantiere avviene il 1º gennaio 1885, 26 anni e 6 mesi prima della sua inaugurazione. La direzione dei lavori è affidata a Giuseppe Sacconi che incontra subito delle difficoltà appena comincia lo scavo per le fondamenta. Proprio a seguito di queste modifiche continue, in altre 20 anni di lavori , il costo dell’opera passò dai 9 milioni di lire inizialmente preventivati ai 26,5 milioni finali. Inoltre per realizzare le fondamenta fu infine necessario sbancare 70 000 metri cubi di terreno.
Infatti ,iniziati i lavori, nella zona prescelta Sacconi non trova, come calcolato , il tufo compatto sul quale il monumento avrebbe dovuto poggiare. Gli scavi al contrario fanno emergere la presenza di materiali come argille fluviali, banchi di sabbia e anche una grande presenza di caverne, cunicoli e antiche cave. Infatti quella zona non avevano considerato che in tempi antichi era utilizzata per gli scavi dai romani per creare luoghi dove ripararsi. Giuseppe Sacconi è costretto a modificare il progetto e a prevedere un’opera di recupero di questi cunicoli. Decide di utilizzarli per aggiungere degli spazi interni al Vittoriano. Infatti una parte di questi sono utilizzati come ambienti interni per ospitare in seguito il Museo centrale del Risorgimento, il Sacrario delle Bandiere e la cripta del Milite Ignoto
Con la prosecuzione dei lavori di scavo arrivarono altre difficoltà. Appare un tratto delle mura serviane, prima cinta muraria della città risalente al VI secolo a.C., ovvero all’epoca dei re di Roma. Poi compaiono anche i resti di un mammuth. Sacconi non potendo perdere altro tempo decide di inserire entrambi i ritrovamenti nei muri del Vittoriano senza però distruggerli e lasciando la possibilità di ispezionarli. In seguito vengono alla luce molti altri reperti romani, sparsi sull’intera area del cantiere. Tra questi resti di costruzioni, statue, capitelli, oggetti di uso comune, ecc. Comunque il ritrovamento delle mura serviane cambia sostanziale il progetto e per realizzare il Vittoriano sono aggiunti altri due piloni di fondazione. Per questo motivo le dimensioni del progetto cambiano e la struttura che doveva nascere passa da 90 a 114 metri di lunghezza.
Per realizzare il Vittoriano era comunque stato necessario procedere a numerosi espropri e a estese demolizioni degli edifici che si trovavano nell’area del cantiere. Il luogo scelto infatti era, come puoi capire, proprio nel cuore del centro storico di Roma. Era quindi occupato da antichi edifici disposti secondo un’urbanistica che risaliva dalla antica Roma fino al Medioevo.
Giuseppe Sacconi muore nel 1905, dopo vent’anni quasi completamente dedicati alla costruzione del Vittoriano e i lavori vengono poi portati a termine da Gaetano Koch, Manfredo Manfredi e Pio Piacentini. I tre architetti decisero di realizzare il Vittoriano secondo il quarto progetto generale. Questo era quello che alla fine aveva scelto Sacconi, quello di tornare al disegno originario del monumento. Con questo quarto e ultimo progetto il Vittoriano ebbe la sua forma definitiva: un monumento caratterizzato da opere d’arte esclusivamente allegoriche, ad eccezione della statua equestre di Vittorio Emanuele II. Questa statua è realizzata con il bronzo proveniente da alcuni cannoni del Regio Esercito e montata su una basa in marmo proprio al centro del Vittoriano.
Il milite Ignoto
Il Vittoriano è scelto per ospitare la tomba del Milite Ignoto dopo il termine della Prima Guerra Mondiale.
Nella tomba viene collocato il corpo di un soldato italiano morto durante il primo conflitto mondiale la cui identità rimase sconosciuta a causa delle gravi ferite che lo avevano sfigurato e reso irriconoscibile. La salma è sepolta con una cerimonia solenne il 4 novembre 1921 in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate e da allora la sua tomba è sempre vigilata da una Guardia d’Onore e da due fiamme eterne. Da quel momento il Vittoriano è chiamato “Altare della Patria”.
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