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Le pietre che raccontano Roma

pietra Campo de Fiori

Anche le pietre raccontano Roma. Questa città ha una storia talmente grande che ogni piccolo luogo ci dice qualcosa del suo passato. Ti ho già parlato ad esempio dei sampietrini  che sono una caratteristica delle storiche via della città. Ora di parlo di particolari sampietrini che sono le pietre da inciampo.

Le pietre che ricordano

Le pietre d’inciampo sono pietre che raccontano Roma. Infatti sono come dei piccoli monumenti alla memoria della comunità ebraica romana.  Nascono per celebrare le vittime dell’olocausto Su di esse è inciso  nome e cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione e data di morte, se conosciuta. Nascono da un’idea di Gunter Demnig.    Questo artista dalla metà degli Novanta, ha collocato oltre 70.000 pietre della memoria in più di 2.000 città europee.

In particolare a Roma , davanti alle abitazioni dei deportati, sono presenti oltre 300 sampietrini di ottone lucente, che oggi fanno parte del tessuto urbano della città .pietra in posa

Ne voglio oggi ricordare una in particolare. Questa non è legata all’olocausto ma è di grande valore per la comunità ebraica romana. E’ la pietra d’inciampo  realizzata per ricordare il rogo del Talmud, uno dei principali testi sacri dell’Ebraismo, avvenuto nel 1553.  In realtà è una vera e propria targa che occupa il posto di 9 sampietrini. La puoi ammirare a Piazza Campo de’ Fiori, nel centro di Roma.  La sua posa è recente e risale al 2011 per una richiesta della Comunità Ebraica di Roma.

 

 Questa pietra ricorda una storia particolare che porterà la comunità ebraica sotto accusa.  Ha inizio nei primi anni del 1500 con un litigio tra due stampatori veneziani e i cristiani circa i diritti per la pubblicazione di un’opera di Maimonide. Questo studioso era considerato uno tra i più importanti pensatori nella storia dell’ebraismo.

Come nasce il ghetto di Roma

Di questo litigio viene a sapere il papa Giulio III che si occupa di decidere sulla questione. In realta in seguito esaminando i testi e su indicazioni di alcuni ebrei convertiti al cristianesimo,mette sotto inchiesta il Talmud. Questo testo sacro per gli ebrei viene così dichiarato offensivo nei confronti delle figure di Gesù e di Maria. Si decide quindi  di distruggerlo. Infatti il 9 settembre 1553 sono bruciate pubblicamente, in un grande rogo proprio a Campo de’ Fiori moltissime delle copie del Talmud sono bruciate insieme ad alti testi sequestrati nei giorni precedenti nelle case degli ebrei.

 

L’esecutore del rogo voluto da Papa Giulio III fu il Cardinale Gian Pietro Carafa, capo del Tribunale del Sant’Uffizio e futuro Papa con il nome di Paolo IV. E’ proprio Paolo IV che  appena eletto due anni dopo fece nascere un luogo dove confinare tutti gli ebrei. Nel 1555   nasce così il ghetto di Roma che fa’ iniziare un lungo e duro periodo di reclusione per il popolo ebraico romano durato fino al 1870. In quell’anno lo Stato Pontificio elimina il ghetto dato che il potere legislativo del papa su Roma termina con l’inizio del Regno d’Italia.

Il ghetto ebraico di Roma, che oggi sicuramente vale una visita.  Infatti  come non ammirare uno tra i più antichi ghetti del mondo? In Italia inoltre è secondo solo a quello di Venezia che, istituito 40 anni prima, è il primo in assoluto.  

 

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