Quali erano le regole del galateo nella Roma antica e dove e come si mangiava ? Parliamo chiaramente delle cene e dei banchetti nelle case dei nobili. Infatti la maggioranza della popolazione di Roma che apparteneva alle classi meno ricche mangiava attorno ad un tavolo in legno o pietra e stavano seduti su scomode panche, senza neanche una spalliera.
Il pranzo nelle case patrizie, come i senatori, era un rituale importante nella vita della nobiltà romana e durava molto. Questo perchè come oggi i pranzi servivano a stringere accordi commerciali e politici . Si seguivano delle precise norme come un vero e proprio galateo.
Il galateo a tavola nella Roma antica
Generalmente erano dalle 10 alle 20 persone il numero degli invitati. Prendevano posto intorno a un tavolo e si sistemavano per mangiare a seconda della loro importanza. Questo si capiva da quanto erano seduti vicino o lontano dal padrone di casa.
La partecipazione alle cene era importanti per la vita sociale dell’uomo romano al punto che, a meno di non avere ospiti a casa propria, era indispensabile andare a cena da qualcuno. In alcuni casi quando si veniva invitati a cena era anche possibile invitare altre persone. Questi ospiti non direttamente invitati dal padrone di casa, che prendevano il nome di “umbrae” (ombre), non sedevano come gli altri commensali bensì su semplici sgabelli e sedie.
Il locale in cui veniva servito il pranzo nelle case degli antichi romani era il triclinio. Prendeva il nome dai letti a tre posti chiamati triclinia dove si stendeva chi doveva prendere parte al banchetto. Per stare nella posizione ideale bisognava sdraiarsi e poggiarsi al gomito sinistro e prendere il cibo con la mano destra. Il pavimento del locale era inclinato di circa 10 gradi su tre lati della stanza, verso il tavolo basso posto al centro. Un solo lato aveva il pavimento in piano, ed era utilizzato dai servi per servire le vivande in tavola. Per sapere quali erano i loro cibi preferiti ti rimando a questo mio articolo
Vista l’importanza del locale, il triclinio era un ambiente decorato con mosaici o affreschi sulle pareti. Dioniso, Venere e nature morte erano molto comuni nelle decorazioni di questi locali. Le case dei patrizi avevano almeno due triclini e non era difficile trovare case con quattro e più triclini. In queste case il “triclinius maius” (grande sala da pranzo) era usato per dare delle feste alle quali era invitato un gran numero di ospiti. I triclini più piccoli erano usati per gli ospiti di riguardo. Per questo motivo spesso erano decorati splendidamente, in modo da essere molto più belli di più grandi.
l galateo a tavola nella Roma antica prevedeva inizialmente il lavaggio delle mani. A questo gesto seguiva spesso anche l’usanza di detergere e profumare anche i piedi degli ospiti. A fare questo erano chiaramente uno degli schiavi di casa. Per mangiare le posate erano esclusivamente le mani e quindi non era difficile sbagliarsi o fare brutte figure.
Le donne in questo contesto non rivestivano le vesti della “padrona di casa” come oggi. Non erano destinate ad occuparsi degli inviti, non ricevevano gli ospiti e non parlavamo con loro. Comunque le donne in epoca romana avevano molta libertà ma quello del banchetto può essere definito come un momento dedicato esclusivamente alle figure maschili. Erano previste figure femminili solo in alcuni casi quando imperatrici e donne di grande importanza sociale partecipavano a queste riunioni.
Un’altra norma importante del galateo a tavola nella Roma antica prevedeva che la cena non poteva terminare prima che fosse notte fonda. A fine pasto, al momento del commiato, secondo le leggi del galateo il padrone di casa doveva gratificare i suoi ospiti con apophoreta, cioè piccoli doni come unguenti, olii ed essenze profumate a ricordo del banchetto
A Roma inoltre erano allestiti continui grandi banchetti. Tra i più famosi quelli dell’imperatore Nerone che iniziavano a mezzogiorno per terminare a notte fonda.