Riprendiamo il racconto della storia di piazza Navona dal V al XIII sec. . Lo Stadio di Domiziano subisce intorno al 200 d.c vari danni quando imperatore era Marco Opellio Macrino. In seguito nel 217 d.c. e nel 228 d.c., al tempo di Alessandro Severo, sono fatti restauri importanti . Lo svolgimento delle gare nello Stadio continua fino a tutto il IV secolo. Nel Secolo seguente lo stadio termina la sua attività e parte delle sue tribune vengono utilizzate come materiale per costruire chiese e monumenti in varie parti di Roma.
Scomparsa dello Stadio di Domiziano
La zona quindi abbandonata il terreno intorno a piazza Navona si riempie di tanti piccoli piccoli orti e piccole baracche di contadini. la Zona di Piazza Navona in quel tempo era considerata importante solo perchè era una zona attraversata dai Papi.
Qui passavano i Papi con i loro cortei perchè era la strada più breve per raggiungere da San Pietro la loro altra residenza che si trovava e a San Giovanni in Laterano dal lato opposto di Roma
Inoltre la zona era in una posizione isolata, rispetto alle zone maggiormente popolate e con molte case della Roma nel 700 dc. Questa zona diventa in quel periodo un luogo importante per il culto cristiano. A Piazza Navona, secondo la leggenda, Santa Agnese, una delle maggiori martiri della chiesa cristiana, è giustiziata dai romani nell’ala occidentale del vecchio stadio di Domiziano.
La storia di Agnese
Ma quale è la sua storia ? Agnese era la figlia tredicenne di una famiglia dell’aristocrazia romana, convertita al Cristianesimo.Durante le persecuzioni contro i cristiani, il figlio del prefetto di Roma, nota Agnese in strada e rimane colpito dalla sua bellezza . A quel punto promette ricchezze e gioielli alla famiglia per convincere la ragazza a sposarlo. Agnese da buona cristiana rifiuta le offerte del figlio del prefetto. L’uomo visto il rifiuto decide di denunciare la ragazzina accusandola di essere cristiana.
Agnese è portata in giudizio in tribunale per potersi difendere dalle accuse fatte dal figlio del prefetto. Il giudice per non punirla le chiede di rinnegare la sua fede. Inoltre minaccia di punizioni atroci se non rinuncia al suo voto di castità fatto per religione. Agnese si oppone confermando la sua fede cristiana e la sua volontà di mantenere il voto fatto di non sposarsi. Visto il rifiuto la condannata è essere esposta in pubblico completamente nuda.
A quel punto accade un miracolo. Ad Agnese crescono capelli lunghissimi con cui riesce a coprire tutto il corpo. In quel momento gli uomini di guardia vedono anche una luce abbagliante che la avvolge e intimoriti dal suo aspetto non osano avvicinarsi. Inoltre quando il figlio del prefetto si avvicina a lei un lampo improvviso lo rende cieco e lo fa morire.
Sant’Agnese, impietosita nel vedere il prefetto disperato per la morte del figlio, si mette a pregare e fa ritornare in vita all’uomo che visto il miracolo si converte. Sono quindi ritirate le accuse verso la ragazza. Ma i nemici dei cristiani non vogliono Agnese libera. A quel punto Agnese decide di difendere la sua fede cristiana accettando di subire la pena di morte. Viene uccisa con un colpo alla gola il 21 gennaio del 304 d.c..
Il culto di Agnese
La popolarità di queste vicende e il diffondersi del culto di Sant’ Agnese portò alla fondazione di un piccolo oratorio a lei dedicato proprio nel luogo del suo martirio. Per questo a Piazza Navona in seguito è edificata la chiesa che oggi possiamo ammirare a lei dedicata che si trova davanti alla Fontana dei Quattro Fiumi. Inoltre a causa di tutti gli orti che sorgono in quella zona negli anni seguenti Sant’Agnese diventa patrona dei giardinieri, degli ortolani.
In seguito a partire dall’anno 800 d.c. molti gruppi cristiani si uniscono al culto. Quindi Piazza Navona dal V al XIII sec. molti romani e non sono arrivati attratti dalla disponibità di luoghi dove poter costruire le proprio case realizzano una grande l’urbanizzazione dell’ area . Questo quartiere in seguito si chiama campus Agonis in latino e «Campo d’ Agone» in italiano, ricordando i giochi che si tenevano in quei luoghi.